Quando osteria era sinonimo di cantautore

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Osteria e musica. Un binomio che dalla metà degli anni '60 ha caratterizzato la vita bolognese tanto da dar vita a un e proprio genere musicale (...).Erano gli anni che avevano eletto Francesco Guccini a cantore. Lo si ritrovava, chitarra in mano e bicchiere di rosso nell'altra, nella Osteria delle Dame, o nella Trattoria da Vito, a due passi da casa, quella di Via Paolo Fabbri 43, anche titolo di una delle sue canzoni più . (...) Fra la atmosfera dei soffitti a volte delle osterie bolognesi si teneva a battesimo la figura del cantautore . E la e godereccia Bologna interpretava le sue canzoni, nelle quali i testi contavano più della musica, in maniera tutta , unendo impegno e arte del vivere. è cambiato da allora. Quello che era un luogo dove fare quattro chiacchiere e una strimpellata davanti ad un bicchiere di Lambrusco e qualche tocco di mortadella si è trasformato spesso in un ristorante oppure in un locale «trendy». Ma il fascino di luogo dove «tirar tardi» e poter mangiare ben oltre i orari di cena sopravvive insieme alla musica che agli orizzonti etno-folk degli anni '70 ora preferisce il jazz e i ritmi , e il più turistico piano-bar. (...) Come l’Osteria dei Poeti, la più di Bologna (documenti ne attestano l'esistenza già nel '600) dove oltre a Guccini erano di casa Lucio Dalla, Gianni Morandi e nomi dell'ambiente musicale bolognese e che oggi è diventata un piano-bar stile Riviera romagnola. Per una serata in cui mangiare è quasi solo una scusa per gustarsi un buon concerto, c'è la Cantina Bentivoglio dove le sere si ascoltano concerti jazz di buon livello. Si fa musica ogni sera anche al Chet Baker che, come lascia intuire la dedica al trombettista statunitense, è un jazz-club da osteria.